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"Valhalla sto arrivando!" Immigrant Song dei Led Zeppelin, l'origine del culto.

  • Immagine del redattore: HeavypediA
    HeavypediA
  • 5 nov 2019
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 6 ott 2020

"Veniamo dalle terre dei ghiacci e delle nevi Dal sole di mezzanotte dove sgorgano le sorgenti calde Il martello degli dei guiderà le nostre navi verso nuove terre Combatteremo le orde, piangendo e urlando Valhalla sto arrivando!"

No, non c’entra niente con gli immigrati. E’ semplicemente il pezzo più epico degli Zeppelin (assieme forse a Kashmir), ed è un inno alla cultura nordica, un tributo storico quanto emotivo a quelle che noi chiameremmo “invasioni barbariche”. Ma visto che i “barbari” erano quelli che abitavano l’attuale isola britannica (per lo più Celti, nelle loro molteplici derivazioni tribali come Pitti, Britanni, Pannoni, Galli, Galati, ecc), e che le invasioni gli inglesi le subirono già nel primo secolo dopo Cristo, ma dai romani (mentre Roma fu invasa dai barbari per la prima volta alla fine del IV sec), possiamo riferirci ad esse come invasioni e scorribande vichinghe.

Il sole nero vichingo, un antico simbolo esoterico norreno

Oggi non è inusuale che le invasioni barbariche vengano definite “migrazioni”, il che è, almeno in parte condivisibile, dal momento che gli spostamenti avvenivano in conseguenza della ricerca disperata di risorse, e che le carovane erano costituite anche da donne, bambini, animali da allevamento ecc ecc. Ma va anche detto che queste carovane erano precedute dagli eserciti e che quegli eserciti, dopo il loro passaggio, lasciavano soltanto macerie fumanti e morte. Come è il caso dei primi “sacchi di Roma”, perché le invasioni ostrogote e visigote dei secoli successivi furono più un gioco di trattati, ultimatum, scambi e negoziazioni, sicuramente meno cruente delle invasioni del IV e V sec. Diverso è appunto il caso dell’attuale Gran Bretagna, invasa a più riprese dai Vichinghi a partire dalla fine dell’VIII sec. E parliamo di “Vichinghi” in senso stretto, non dei “Normanni”, ovvero i popoli discendenti dei vichinghi norvegesi che due secoli dopo colonizzarono il Nord della Francia, appunto la Normandia, e che conquistarono definitivamente la Gran Bretagna alla fine dell’XI sec. Ci riferiamo alle invasioni vichinghe vere e proprie, cioè quelle che videro questi popoli nordici (gli allora abitanti di Scandinavia e Danimarca erano definiti tutti “danesi”, anche se i primi invasori della terra di Albione provenivano dall’attuale Norvegia) sbarcare all’improvviso con le loro navi a remi “drakkar”, cogliendo di sorpresa gli inglesi e portando scompiglio e terrore e conseguenti sconvolgimenti sociali e politici. Le penetrazioni vichinghe nell'isola britannica, infatti, interruppero la successione di nativi inglesi al trono di Inghilterra, portando in varie regioni i primi regnanti di origine e discendenza vichinga per almeno un secolo. L’ordine dinastico, ma solo per poco, fu ristabilito con la Battaglia di Stamford Bridge, che vide la sconfitta definitiva di Harald III di Norvegia da parte delle truppe di Aroldo II (Harold Godwinson), ultimo re anglosassone, che appunto, sconfisse i norvegesi il 5 gennaio del 1066 a Stanford Bridge, ma che come re d’Inghilterra ebbe vita brevissima, cioè fino al 14 ottobre dello stesso anno, quando i normanni giunsero dalla Francia per rovesciarlo e mettere sul trono il loro Guglielmo, primo re normanno di Inghilterra.

Dipinto dell'artista norvegese Peter Nicolai Arbo, raffigurante la Battaglia di Stamford Bridge

Sono molte le narrazioni più o meno fantasiose su questi popoli dei fiordi (dal norreno “vikingr” in cui “vik” = insenatura, fiordo; “Ingr” = uomo dei, abitante di) che abitavano l’Islanda, la Danimarca e la penisola scandinava. Tanto per cominciare l’elmo con le corna, che non hanno mai avuto, ma non si sa per quale ragione (forse per la necessità di rappresentazioni eccessivamente allegoriche arricchite di carattere preistorico), un vichingo senza elmo cornuto nell’immaginario collettivo non è un vichingo. Altro mito è il carattere sanguinario e la brutalità gratuita di questo popolo, che sarebbe vero solamente in parte, cioè quando erano in trasferta, durante le incursioni. Ma sembrerebbe che le società vichinghe fossero invece basate su una condivisione, una reciprocità ed una sorta di giustizia sociale che all’epoca non erano molto in voga fra gli altri popoli europei. Per quanto riguarda la scarsa igiene e la rozzezza sembra che invece siano il totale frutto dell’invenzione dei popoli che venivano sottomessi da questi fustacchioni scandinavi. E va anche sfatato il mito dell’altezza, perché pare che i figli di Odino non fossero più alti di un qualsiasi medievale del meridione europeo, ed è probabile che anche in questo caso l’aspetto imponente se lo siano guadagnato “grazie” alla particolare ferocia nel combattimento corpo a corpo. Ma quanto all’igiene personale sembra che fossero dei veri dandy, che amassero schiarirsi i capelli, farsi le trecce a barba e capelli, usare pettini, utensili di ogni genere e perfino fare il bagno ogni sabato! E questo sembra che fosse motivo di derisione da parte degli inglesi (che forse il bagno una volta a settimana lo fanno da appena un secolo). Strano il mondo eh? Una volta era chi non si lavava a prendere in giro chi usava il sapone…

Ma veniamo al pezzo: la "terra del ghiaccio e della neve" è l'Islanda, dove i led Zeppelin suonarono nel giugno del 1970.

Robert Plant spiega: "Non volevamo essere pomposi. ‘Venivamo dalla terra del ghiaccio e della neve’... Eravamo semplicemente ospiti del governo islandese in missione culturale. Siamo stati invitati a suonare un concerto a Reykjavik, ed il giorno prima del nostro arrivo tutti i dipendenti pubblici hanno scioperato ed il concerto stava per essere cancellato. L'università allora ha preparato una sala per noi ed è stato fenomenale. La risposta dei ragazzi fu notevole e ci siamo trovati benissimo. "Immigrant Song" parlava di quel viaggio ed era la traccia di apertura dell'album, che però doveva essere totalmente diversa".

Il testo divenne parte della tradizione dei Led Zeppelin. Il verso che recita "Il martello degli dei guiderà le nostre navi verso nuove terre" fece sì che molti dei loro fan si riferissero al sound degli Zeppelin come "il martello degli dei". La frase fu usata anche dall'autore Stephen Davis per il titolo di un libro sulla band, ed è chiaro il riferimento al “Mjöllnir”, il martello “frantumatore” di Thor, il God of Thunder, l’arma infallibile costruita per lui dai nani, che nella mitologia norrena ha un po’ il valore della croce e lo stesso significato della runa Thurisaz, che viene ricondotta anche alla croce uncinata e al significato della svastica indiana. Questo verso da solo - potete immaginarlo facilmente - ha avuto un’influenza immensa sul fiorire dell’Heavy Metal e di tutte quelle band che dei temi epici hanno fatto il loro principale marchio di fabbrica.

I Led Zeppelin volevano che questa canzone fosse in qualche modo divertente, mettendo in relazione le loro avventure sulla strada, con i vichinghi che combatterono le orde per conquistare nuove terre. Ma non erano noti come una band divertente, capace di scrivere testi ironici, quindi molti dei loro fan la presero abbastanza sul serio. Il sibilo all'inizio del brano è il feedback di un'unità di delay ed era totalmente intenzionale. Ma l'amore per la storia di Robert Plant giocò la sua parte nella scrittura del testo, mentre pensava agli esploratori come Marco Polo e a come si dovessero essere sentiti sentiti nei loro viaggi. "Proprio mentre sentivo la pressione addosso per raggiungere il livello dell'album precedente e superarlo, mi chiedevo se questi esploratori sentissero anche loro la pressione di dover trovare nuove terre ancora migliori della loro dopo un faticoso viaggio." Fino a quando non venne pubblicato il box set vero e proprio, l’amatissima "Hey, Hey What Can I Do" poteva essere trovata solo sul lato B di questo singolo. In Giappone, il singolo di Immigrant Song fu erroneamente pubblicato con "Out On The Tiles" come b-side, ed oggi è quindi diventato un raro oggetto da collezione.

La frase "Valhalla I I'm coming" si riferisce alla mitologia norrena. Il Valhalla è una sala dell’ “Ásgarðr” (la casa degli Asi, l’aldilà vichingo a cui gli “skàld” norreni e l’Edda di Snorri si riferiscono come “insieme di saloni”, simile ad una città) dove le anime dei guerrieri caduti vengono catturate dalle "Valchirie", spiriti di guerra che trasportano gli eroi che sono stati uccisi. Solo gli eroi vengono portati a Valhalla, dove aspetteranno il loro destino. Il Valhalla era quindi la sala più grande e maestosa dell'Asgard, riservata ai guerrieri uccisi in battaglia (“Valr” = massacro; “Höll = sala, molto simile all’inglese “hall”). Il singolo, uscito il 5 novembre 1970, fu un successone, classificandosi subito al 16° posto della classifica Billboard e i Led Zeppelin hanno aperto i loro spettacoli dal vivo con questa canzone dal 1970 al 1972 ininterrottamente in ogni concerto.

Il brano è anche presente nel film School Of Rock, e per ottenere il permesso di usare questa canzone nel film, il protagonista Jack Black si è filmato mentre cantava davanti ad un'enorme folla di persone, implorando i Led Zeppelin di fargli loro usare la canzone. C’è riuscito e la canzone figura in una scena in cui Black canta sul pezzo quando sintonizza la radio nel furgone che usa per trasportare i suoi piccoli studenti rocker.

Ma il brano è stato usato anche da Trent Reznor, Atticus Ross e Karen O, che hanno eseguito una cover di questa canzone per l'adattamento cinematografico del libro “The Girl with the Dragon Tattoo”, meglio noto come Millennium - Uomini che odiano le donne di David Fincher, e può essere ascoltata durante i titoli di apertura del film.

La canzone è anche nella colonna sonora del trailer del film “Thor: Ragnarok” del 2017. L'iconico riff di apertura sopraggiunge mentre Cate Blanchett, a.k.a. “Hela” (trasposizione fumettistica della dea norrena Hella, dea dei morti e figlia di Loki) compare voltandosi verso la telecamera, e la traccia continua a suonare mentre Hela distrugge tutto portando il caos nel mondo di Thor.

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