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Alchimia e Phil Anselmo? Possibile. Capire "Down III: Over The Under".

A molti sarà capitato di imbattersi nella curiosa copertina di Over The Under, e chiedersi cosa significa l'immagine che campeggia sul terzo album dei Down, superband sludge/southern di Phil Anselmo, Pepper Keenan, Kirk Windstein, Jimmy Bower e Rex Brown.

La copertina, sebbene il titolo "Over the Under" ne presagisca in parte l'intento allegorico, suscita in effetti una certa curiosità, tanto più che nessuno della band ne ha mai spiegato con chiarezza la scelta (pure perché nessuno glielo ha chiesto). Pepper si è semplicemente limitato a descrivere le liriche di Anselmo, qui più introspettivo e meno phil-core del solito, come riflessioni rivolte principalmente all'esperienza disastrosa dell'uragano Katrina, in cui Phil e soci hanno perso amici e abitazioni. Non da meno il fatto che il disco giunge in un momento di massima tensione fra Phil e la famiglia Abbott, dopo la tragica e violenta morte di Dimebag, su cui il mondo si divide nell'attribuire o no responsabilità più o meno indirette all'irruento frontman di New Orleans. Pepper nel 2008 dichiarava, parlando dell'album:

"Phil è stato veramente bravo coi testi. Molte canzoni si riferiscono all'uragano Katrina, alle sciagure che ci hanno investito e a come hanno cambiato la nostra vita negli ultimi due anni. Ma tutti noi abbiamo cercato di reagire con positività... Non è che abbiamo scritto canzoni cristiane. Di certo questi restano pezzi arrabbiati, frustrati... "

L'illustrazione finale del Rosarium Philosophorum, raffigurante il vitriol, col simbolo del Leone che consuma il Sole rappresenta la «morte rossa» dell'ultima fase alchemica

Il Leone Verde che divora il Sole è una figura tratta dal Rosarium Philosophorum, un testo di alchimia di autore anonimo del XVI secolo, custodito nella Biblioteca Cantonale di San Gallo, in Svizzera. Il testo è corredato da venti illustrazioni che descrivono le diverse fasi del Magnum Opus, il procedimento che porta alla creazione della Pietra Filosofale, e una di queste illustrazioni è proprio il Leone Verde che mangia il Sole, che vediamo raffigurato proprio sulla copertina del terzo lavoro in studio dei Down. La figura in questione si riferisce specificatamente alla fase di completamento del lavoro alchemico, in cui l’operatore ha finalmente creato le basi interiori per lavorare in modo consapevole e concreto sia con le proprie forze lunari che con quelle solari, e si trova quindi sulla soglia di una più alta e profonda esperienza dell’essere. La misteriosa ed oscura sorgente delle due forze è costituita dalle energie viventi dell’anima, che nella psicologia si esplicano come il subconscio o l’inconscio, il superego e l'id freudiano, gli archetipi innati dell'individuo, secondo l'interpretazione di Carl Gustav Jung, il quale di alchimia, tra l'altro, se ne intendeva e non poco, visto che la sua idea dell’Androgino come archetipo dell’essere perfetto viene elaborata partendo proprio da questo testo del 1550.

L'alchimista per il completamento della propria fase di conoscenza necessita di immergersi totalmente in questo pozzo dell’essere e penetrarne a fondo il mistero. In questa esperienza il sole rappresenta tutto ciò che l’alchimista ha portato alla luce, cioè al livello della coscienza, nel proprio lavoro di sviluppo interiore, e corrisponde fisicamente alla creazione dell’Oro puro. Il Leone Verde è l’aspetto divorante e dissolvente dell’anima, che rende immediatamente di nuovo inconsapevoli di tutto ciò che si era compreso o percepito, e per analogia gli alchimisti lo identificavano con il Vitriol, l’Acqua Ragia, l’acido tinto di verde che è il solo a poter dissolvere l’Oro.  L'Acqua Ragia per gli alchimisti è l'acido nitroclorico o acido nitromuriatico, una miscela instabile con la capacità di sciogliere l’oro, il platino e il palladio. Essa è considerata dagli alchimisti il “Re dei metalli” in quanto praticamente inattaccabile dalle altre sostanze.

Immagine alchemica recante il motto latino dell'anagramma V.I.T.R.I.O.L. Notare le due mani ai lati, molto simili a quelle presenti nello stemma all'interno del booklet di Down III

Metaforicamente il Vitriol rappresenta il dissolvimento degli aspetti più egoistici della essere umano, così come degli elementi fisici più grossolani, dissolti e poi ricomposti in forma nobile nel procedimento che porta alla creazione della Pietra Filosofale. Spesso la parola si trova scritta anche come acronimo V.I.T.R.I.O.L., ed è proprio da questo che nasce il termine, comparso per la prima volta nell'opera Azoth del 1613 dell'alchimista Basilio valentino, e poi ripreso come motto dall'ordine cristiano ermetico dei Rosacroce. Tale acronimo sta per «Visita Interiora Terrae, Rectificando Invenies Occultum Lapidem», che significa «Visita l'interno della Terra, operando con rettitudine troverai la pietra nascosta».


Metaforicamente l'espressione "vitriol" stava ad indicare l'esigenza di scendere nelle viscere oscure dell'anima, operando nel processo iniziatico in quella trasmutazione della materia in spirito, che avrebbe permesso di conseguire l'immortalità e conseguire la sapienza attraversando le diverse fasi dell'Opus, cioè nigredo, albedo e rubedo.

Una delle immagini simboliche raccolte nel “Rosario dei Filosofi” che rappresenta le tre fase dell'Opus, e viene indicata con i seguenti termini: “Putrefactio”, “Rosa Alba”, “Rosa Rubea”.

La nigredo, il passo iniziale nel percorso, rappresentato da un corvo nero, da un teschio o da una testa decapitata, è la fase in cui occorre "far morire tutti gli ingredienti alchemici" e cuocerli a lungo in una massa uniforme nera. Il nero è di per sé già un rimando all'etimologia stessa del termine Alchimia, in quanto antica scienza sacerdotale egizia, di cui uno dei significati nella lingua egizia è «terra nera» (al-kimiya).

A livello cosmico la nigredo è rappresentata da Saturno, pianeta associato ai colori scuri e nei metalli alchemici al piombo. La nigredo rappresenta anche la crocifissione di Cristo, il cui corpo viene distrutto ed il suo sangue disperso. Anche il Golgota, che significa appunto «luogo del teschio», divenne un'immagine ricorrente per descrivere la nigredo.

La fase della nigredo corrisponde anche nella Divina Commedia al passaggio di Dante e Virgilio attraverso l'Inferno

La più classica rappresentazione grafica della nigredo, con il teschio ed il corvo

L'albedo, fase successiva alla nigredo, rappresenta invece il candore ed è simboleggiata da un cigno bianco. E' un processo che consiste nella purificazione della massa informe scaturita dalla nigredo, lavandone le impurità per prepararla alla successiva fase. In fisica molti di voi sapranno che l'albedo è la proprietà di una superficie di riflettere la luce solare, ma in alchimia non è altro che la distillazione e la trasformazione del piombo in argento. L'albedo è rappresentato spesso anche da una figura femminile o da una rosa bianca, mentre a livello cosmico dal candore della Luna ed è sempre riconducibile alla femminilità, ad esempio dal pianeta Venere, che poi è il secondo pianeta dal Sole e che anticamente era chiamato Lucifero, cioè "portatore di luce".

Baphomet
Il Baphomet, figura esoterica recante sulle braccia l'iscrizione "Solve et Coagula"

Queste due prime fasi descrivono quindi il discioglimento della materia per ricomporla in una sintesi superiore, secondo il motto alchemico solve et coagula, che guarda caso troviamo iscritto proprio sulle braccia del Bafometto venerato dai Cavalieri Templari, figura ripresa poi in epoche più moderne da vari culti esoterici e rivisitato anche dal satanismo. Ed il Baphomet è infatti proprio una delle tante rappresentazioni del raggiungimento della sintesi di un nuovo corpo o di una nuova vita, come lo è l’Ermafrotite o l’Androgino di junghiana memoria, appunto.

La rubedo, la terza ed ultima fase, traducibile come "rossore", è il compimento finale delle trasmutazioni chimiche, che culminano con la realizzazione della Pietra Filosofale e la conversione dei metalli in oro puro. La rubedo, dopo la putrefazione e la distillazione è la sublimazione sotto l'effetto del fuoco dello Spirito, ed è simboleggiata dalla fenice, oppure da un pellicano, da un un uovo, da una rosa rossa o da un re incoronato. I riferimenti alla rubedo sono innumerevoli sia nella cristianità che nei culti pagani, che nella letteratura medievale e non solo. Pensiamo all'ingresso di Dante nel Paradiso della Divina Commedia, pensiamo ad Hermes, a Mercurio, alla teogamia, cioè all'accoppiamento di Marte e Venere, all'accoppiamento fra Sole e Luna ad opera del serpente mercuriale (e ritorna appunto Hermes con il simbolo del caduceo, il bastone simbolo della sapienza e poi della farmaceutica, su cui si attorcigliano due serpenti).

Il booklet di Over The Under in cui è presente l'immagine dell'uroboro e le mani che fuoriescono dalle nubi.

E non finisce qui, perché la fase culminante dell'Opus, la rubedo, che è rappresentata quindi nell'unione degli opposti, donna e uomo, Marte e Venere, o dal simbolo dell'uroboro, congiungimento di testa e coda. Tale simbolo nell'album dei Down torna raffigurato in un'altra illustrazione del booklet interno. Notate inoltre come l'immagine all'interno dell'oruboro vede due mani stringersi uscendo dalle nuvole, un'immagine ripresa sicuramente dalla figura del V.IT.R.I.O.L. che vedete più in alto, dove due mani fanno il gesto della benedizione uscendo dalle nuvole. L'Ouruborus, il serpente nell'atto di mordersi la coda, rappresenta quindi il ciclo alchemico culminante nella rubedo e nella fine del processo.

Mercurio, Hermes, il caduceo, la congiunzione degli opposti per mezzo del serpente, l'unione di sole e luna, di uomo e donna. La rappresentazione della fase conclusiva del Magnum Opus, cioè la rubedo, la sublimazione dell'essere.

Insomma nel processo di creazione della Pietra Filosofale (o metaforicamente del raggiungimento dell'elevazione spirituale e di coscienza) occorreva appunto un acido come il vetriolo, in grado di sciogliere anche la pietra più dura e provocare le trasformazioni più radicali. E questo acido è simbolizzato appunto da un leone verde intento a divorare il sole, una sostanza capace cioè di disciogliere l'elemento più elevato e incorruttibile, conferendo un potere totale e illimitato.

Il colore verde era ciò che risultava dalla distillazione dell'acqua di vetriolo e dello zolfo, come testimonia un trattato arabo del XIII secolo, l'Epistola di Gàfar al-Ṣādiq:

«Si distilli il vetriolo verde in una cucurbita o in un alambicco, usando il fuoco come strumento; prendendo quanto ottenuto dal distillato lo si troverà chiaro con una sfumatura verdastra.»


La massoneria successivamente si è riappropriata dell'acronimo V.I.T.R.I.O.L., facendone non solo un semplice invito al compimento di un percorso, ma anche un codice esoterico da decifrare per il conseguimento dell'iniziazione. La parola si trova impressa infatti sulla parete della camera oscura massonica, cioè del Gabinetto di Riflessione dove deve sostare il nuovo adepto, che è ancora profano, prima di essere affiliato. Nel Gabinetto di Riflessione egli viene lasciato solo in compagnia di un teschio, in analogia appunto all'operazione alchemica della nigredo.

Il gabinetto di riflessione dell'iniziato alla massoneria. Notare sulla sinistra, nel punto cardinale del Nord, la scritta V.T.R.I.O.L.

Lo stesso atto del divorare, assumere ed assorbire con la compulsione di un impeto incontrollabile, consiste nel diventare tutt'uno con qualcosa che cessa di esistere nel momento in cui la otteniamo e sta probabilmente ad indicare uno stato affine a quello del Nirvana nel Buddhismo, o del settimo chakra nello yoga, cioè il superamento degli opposti, dei conflitti, dei giudizi, e delle forme precostituite in genere. Una condizione di "conoscenza" intrinseca, non nozionistica, ma esistenziale, simile a ciò che nell'antica cabala ebraica è rappresentata dal Daath, la undicesima sephirà, quella nascosta, dell'Albero della Vita. parleremo prossimamente, poiché anche su questo specifico tema non mancano i riferimenti metallari).

In conclusione, non ci è dato sapere se Anselmo si sia fatto tutti questi trip sull'alchimia trasformativa, durante il processo che ha portato alla scelta di questa immagine come cover di Down III: Over the Under, che alla fine pare essere praticamente un concept album molto intimo e mistico, ma lo riteniamo altamente probabile conoscendo il personaggio.

Alla prossima. E ricordate: il metal è cultura, sempre e comunque, anche quando non sembra. Stay Heavy! 

519 visualizzazioni2 commenti

2 Comments


mail
Jul 04

Ciao, complimenti per l'altissimo livello di questa tua analisi, è roba fortissima! :O

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latempestaoltre
Aug 18, 2022

Grazie, mi sembra proprio un'analisi a tutto tondo! :D

Il punto, secondo me, è che consapevoli o meno dei simboli e delle parole che scegliamo, siamo tutti dei canali che operano in perfetta sinergia, sempre!

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