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Musica metal per torturare i detenuti a Guantanamo? Così pare.

  • Immagine del redattore: HeavypediA
    HeavypediA
  • 16 ott 2019
  • Tempo di lettura: 6 min

Non sarà certo il più sensazionale degli scoop, ma magari questa notizia di qualche anno fa, per quanto abbastanza insolita (ma non poco plausibile), a molti è sfuggita. Il primo presunto terrorista islamico fu tradotto nella prigione della base militare statunitense di Guantanamo (Cuba) il 10 gennaio del 2002, durante l’amministrazione di George W. Bush e nel pieno della sua “War on Terror”. Neanche un mese dopo, il 7 febbraio 2002, il suddetto Presidente Bush firmava una dichiarazione in cui stabiliva che ai prigionieri talebani o del gruppo terroristico al-Qaeda, non sarebbero state applicate le Convenzioni di Ginevra. Da quel momento in poi oltre un migliaio di prigionieri furono condotti in quel carcere, ma anche nel carcere irakeno di Abu Grahib ed in altre prigioni segrete della CIA in Europa (la CIA opera ovunque), trasportati con voli non registrati e col consenso di alcuni governi europei. Ricordiamo che di questi detenuti quasi nessuno veniva incriminato o detenuto sulla base di prove di colpevolezza certe, e che spesso venivano condannati senza alcun regolare processo.

Già l’anno successivo sul settimanale Newsweek trapelava la notizia dell’utilizzo della musica come strumento di tortura, spiegando come i soldati statunitensi avessero cercato di convincere prigionieri iracheni a confessare i loro delitti, facendogli ascoltare per ore ed ininterrottamente musica metal e rock. Ma non solo, tra i brani c’erano anche parecchi pezzi pop, ma ancge pubblicità come i loop del dinosauro Barney che cantava “I love you” per 24 ore, oppure un jingle pubblicitario di cibo per gatti intitolato “Meow”... Non è tanto, infatti, l’aggressività della musica in sé ad avere un effetto coercitivo sul malcapitato, ma è noto che ascoltare musica ad alto volume per più di 24 ore riduce le funzioni cerebrali, facendo cadere ogni resistenza mentale. E soprattutto c’è anche il fatto che la maggior parte di queste persone non aveva mai ascoltato quel tipo di musica in precedenza, o comunque non aveva familiarità con essa. In alcuni casi, invece, si trattava di musica che semplicemente offendeva il loro credo religioso o la loro morale.

Alcuni prigionieri, intervistati da un insegnante di musica della New York University, di nome Susan Cusick, riferivano di esser stati appesi al muro per i polsi in una stanza buia per giorni interi e costretti ad ascoltare sempre la stessa canzone, altri raccontavano di essere stati ammanettati con le auricolari nelle orecchie e costretti ad ascoltare la stessa identica canzone per settimane, ininterrottamente, giorno e notte. Una cosa che avrebbe fatto letteralmente impazzire centinaia di prigionieri (so che alcuni di voi, che si addormentano beatamente ascoltando death metal in cuffia, scrolleranno le spalle, ma fidatevi che non è una passeggiata). Un’altra tecnica particolarmente efficace per mettere a disagio il prigioniero, sembra che consistesse nel diffondere due brani musicali in contemporanea, il più possibile diversi tra loro, in modo da creare un senso di dissonanza insopportabile per il detenuto. Il Sergente dell'esercito USA, Mark Hadsell afferma a tal proposito: "Questa gente non aveva mai ascoltato prima l'heavy metal. Non riuscivano a sopportarlo. Se fai ascoltare loro quelle canzoni per 24 ore di seguito, le funzioni del cervello e del corpo cominciano ad affievolirsi, il treno dei pensieri rallenta e la volontà si spezza". La stessa notizia di Newsweek fu riproposta ed approfondita giorni dopo anche dal documentario “Songs Of War” di Al Jazeera, e successivamente anche dal canale inglese BBC, poi tutto tacque ed in seguito nessun mass media ne fece più menzione. Fino al 2006, quando la rivista Spin pubblicò un articolo a firma David Peisner intitolato "Music As Torture War Is Loud", in cui venivano ripercorse le tappe principali nella storia militare dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, evidenziando come per la prima volta quello specifico metodo di tortura venne utilizzato nel campo di concentramento nazista di Dachau. Metodi analoghi vennero utilizzati anche alla fine degli anni ’60, nella guerra in Vietnam, e nella decade successiva dagli Inglesi contro i militanti dell’IRA, finché, nel 1977, la Corte Europea dei Diritti Umani condannò la Gran Bretagna a sospendere tale pratica, definita unanimemente “degradante ed inumana”. Nonostante ciò, in tempi più recenti, la stessa forma di tortura è stata utilizzata nel 1989 dal dittatore panamense Manuel Noriega, e dallo Stato d’Israele contro i palestinesi.

Com’è intuibile, l’heavy metal risultava in questo scopo come la musica più lacerante, che ferisce maggiormente i nervi, ma come dicevamo in precedenza, non è la sola tipologia di musica utilizzata in questo ingrato compito. Se state pensando di iscrivervi ai terroristi per ascoltare 24 ore su 24 gli Slayer sparati in cuffia, ravvedetevi: non resisterete alla playlist che segue. Nell’elenco figuravano diverse hit di Bruce Springsteen, Prince, Christina Aguilera, “American Pie” di Don McLean, “Hit Me Baby One More Time” di Britney Spears, addirittura “Sesame street” dell’omonimo show televisivo per l’infanzia, “We are the Champions” dei Queen, “The real slim shady” di Eminem, “Macarena” dei Los Del Rios e “Baby” di Justin Bieber … è veramente troppo. Tra i brani metal inseriti nella playlist di “Torturify” (ok, chiedo scusa n.d.r) troviamo invece “Hell’s Bells” e “Shoot To Thrill” degli ACDC, “Fuck Your God” dei Deicide, “March Of The Pigs” dei Nine Inch Nails, “Don’t Gimme No Lip” dei Pearl Jam, “Killing in The Name” e “Bulls On Parade” dei Rage Against The Machine, “Harsh Stone” e “Assimilate” degli Skinny Puppy ed alcuni brani dei Metallica.

Molti fra gli artisti sopra citati fecero causa al pentagono e alla CIA (non abbiamo notizie del proseguo dell’iter giudiziario, ma possiamo immaginare il gran buco nell’acqua) e gli Skinny Puppy furono tra coloro che si indignarono maggiormente, chiedendo al governo Americano la cifra simbolica di 666.000 dollari per oltraggio alla loro musica, dal momento che era stata usata come “arma" contro qualcuno, e nel 2008 è partita l'iniziativa “Zerodb”, tramite la quale i musicisti hanno cercato di fermare questa barbarie perpetrata loro malgrado. L'album “Weapons”, degli Skinny Puppy (pubblicato nel 2013) consiste metaforicamente proprio in una fattura con cui la band presenta il conto al governo degli Stati Uniti d’America, per aver utilizzato i loro dischi in modo atipico e tutt’altro che autorizzato.

Gli Skinny Puppy a riguardo furono parecchio espliciti: "Una ex-guardia di Guantanamo, un nostro fan, ci contattò facendoci sapere che la nostra musica era utilizzata nel centro di detenzione, come strumento di tortura nei confronti dei prigionieri. All'inizio pensammo di utilizzare per la copertina del prossimo disco una finta fattura al governo americano, emessa per i "servizi musicali" che gli avevamo inconsapevolmente fornito. Ma poi abbiamo decidemmo di emettere veramente una fattura di 666 mila dollari al Dipartimento della Difesa USA, dal momento che nessuno ci aveva avvisato e che nessuno ci aveva pagato le royalties, tra l'altro. Ci offende sapere che la nostra musica sia stata usata per infliggere danni fisici e psicologici ai detenuti. Certo, componiamo musica che 'disturba', possiamo immaginare che faccia da colonna sonora ad avvenimenti strani nella vita di una persona. Ma non la tortura: non è una cosa che ci fa piacere".

Kerry King degli Slayer, al solito, fu laconico e sprezzante, dichiarando - forse con una punta di invidia - che: “Nel caso fossero state utilizzate le canzoni degli Slayer sarebbe stato veramente spaventoso. Ma forse ancora più efficace…" La dichiarazione dei Metallica fu la più discutibile, e sicuramente contraddittoria e controversa. Lars Ulrich, forse preoccupato che i torturatori avessero scaricato la loro musica da Napster, disse: “"C'è un sacco di musica Metal che sta allietando le giornate dei militari che lavorano per conto nostro e vostro. Ma, ovviamente, quando si sentono storie come questa, sembra tutto così strano. Cioè, è strano che la musica dei Metallica, che generalmente unisce le persone, è utilizzata per queste circostanze bizzarre. Poi se qualcuno volesse usare davvero la musica per torturare gli altri, ci sono band molto più estreme dei Metallica. Posso citare una trentina di gruppi Death/Black norvegesi che farebbero apparire i Metallica come i Simon & Garfunkel di turno".

James Hetfield, forse colto in un momento di debolezza (magari dopo una discussione con l’insopportabile e logorroico batterista), la sparò più grossa di tutti: “Una volta che la nostra musica viene pubblicata, io non ho più il controllo su di essa. Ma se è vero, posso solo che dirmi onorato che la musica dei Metallica sia stata utilizzata dai militari statunitensi per torturare psicologicamente i prigionieri di guerra, in quanto ha aiutato la sicurezza nazionale”.

Chissà com'è andata a finire. Di sicuro sappiamo che St. Anger viola la convenzione di Ginevra.

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