top of page

E la luna collassa... Esce Keith Moon entra Scott Halpin, re per una notte.

  • HeavypediA
  • 20 nov 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

E' il 20 novembre 1973 e i The Who sono in California, al Cow Palace di Daly City, vicino San Francisco, per il tour del loro ultimo album Quadrophenia, in testa alle classifiche americane. E' il loro primo grande spettacolo in terra americana da due anni a quella parte e lo sregolato ed autodistruttivo batterista Keith Moon è praticamente sull'orlo di una crisi di panico e ha già vomitato un paio di volte. Keith prende qualche tranquillante per calmarsi e i farmaci funzionano fin troppo bene... anche perché dopo un po' viene fuori che non sono tranquillanti ma PCP, ovvero fenciclidina, meglio nota in gergo come "polvere d'angelo", un potente allucinogeno e anestetico "dissociativo", parecchio in voga negli anni 70 - 80.

Durante lo spettacolo la performance di Moon si fa lenta e appesantita, e verso la metà del brano "Won't Get Fooled Again", si accascia sulla batteria pallido in volto e gelato.

Per Keith Moon quella di collassare sul palco diventerà quasi un'abitudine, visto che tre anni dopo, nel 1976, l'evento si ripeterà ben tre volte, al Miami City Baseball Stadium, al Boston Garden e al Madison Square Garden. Poker! Ma torniamo al 20 novembre 1973. Mentre i roadies cercano di far riprendere i sensi a Keith Moon, i The Who proseguono spediti come un trio e dopo una ventina di minuti il batterista torna in scena, apparentemente rivitalizzato. Ma dura appena qualche minuto, dopodiché Moon crolla di nuovo, questa volta finendo dritto in ospedale per una lavanda gastrica.

Proprio sotto il palco c'è un giovane ed entusiasta fan che segue attentamente la scena. Si chiama Scott Halpin, è un ragazzo di 19 anni che ha fatto carte false per avere i biglietti di quel concerto, sicuro che avrebbe assistito a qualcosa di grande, come lo era ogni concerto dei The Who. Ma di certo Scott non poteva sapere che il suo nome sarebbe stato inciso per sempre negli annali del rock.


ree

"Ero lì sotto con un mio amico" racconterà anni dopo Scott Halpin. "E il mio amico quando ha visto collassare Moon per la seconda volta ha cominciato ad agitarsi e continuava a ripetere ai tipi della sicurezza 'questo ragazzo può dare una mano!', indicando me. E all'improvviso dal nulla arriva Bill Graham, il grande promoter di concerti, che mi chiede secco: 'Puoi farlo? Te la senti?'. Ho risposto di si senza pensarci due volte."


Quando Pete Townshend chiede al pubblico di San Francisco: "Qualcuno può suonare la batteria?" Halpin sale sul palco, si sistema alla batteria di Moon ed inizia con sicurezza e scioltezza a suonare la jam blues "Smoke Stacked Lighting", che presto passa a "Spoonful". E quello era chiaramente un modo per testare il ragazzo. Una specie di audizione live davanti a migliaia di persone. Poi è arrivata una versione di nove minuti di "Naked Eye". Quando la performance fu terminata Halpin era fisicamente distrutto. Lo spettacolo si conclude in trionfo, con Roger Daltrey, Pete Townshend, John Entwistle e Scot Halpin al centro della scena che ringraziano il pubblico abbracciati in un inchino. I The Who regaleranno al ragazzo una giacca originale e autografata col nome della band, che purtroppo a Scott verrà rubata di lì a poco, ma l'impresa resterà per sempre nei suoi ricordi e negli annali del rock.

Con una triste nota a piè di pagina, roviniamo il lieto fine di una storia altrimenti grandiosa. Halpin, dopo essersi occupato di musica per tutta la sua vita, è morto nel 2008 per un tumore al cervello. Aveva solo 54 anni.

Comments


Please Note
Join our mailing list

Thanks for submitting!

© 2023 by I Made It!. Proudly created with wix.com

  • Black Facebook Icon
  • Black YouTube Icon
bottom of page