Forse non tutti sanno che la geniale band grindcore di Liverpool, i Carcass, nel loro ultimo album degli anni Novanta, 'Swansong' (registrato nel 1995 e pubblicato nel '96), ha preso in prestito e modificato il Great Seal Of The United States Of America.
Questo a lato è quanto raffigurato al centro del disco in vinile, o stampato sul CD.
A sinistra l'originale. Se qualcuno ha avuto modo di maneggiare dei dollari, avrà notato che sotto la scritta IN GOD WE TRUST campeggia il Great Seal Of USA. Utilizzato anche dall'ordine massonico degli Illuminati, viene raffigurato da una piramide tronca con un triangolo e un occhio, che è l’immagine di Dio. La scritta “annuit cœptis” dice “[Dio] approva le nostre imprese”. Sotto la piramide, “novus ordo seclorum”, ossia “nuovo ordine delle età”. Il tutto sottolineato da numeri romani: MDCCLXXVI, 1776, anno della dichiarazione di indipendenza americana.
E adesso lo "spiegone".
I Carcass hanno un’intuizione geniale e applicano al Gran Sigillo qualche modifica: al posto di “annuit cœptis” regna il nome della band, come a voler dire che tutti prima o poi marciamo e diventiamo carcasse buone solo per i vermi. Sotto la piramide, la frase originale “novus ordo seclorum” viene sostituita dalla scritta “somnus pecunia cibus”, che significa “sonno, denaro, cibo” e i numeri romani diventano MCMXCV e cioè 1995, anno in cui è stato scritto ‘Swansong’.
E' stato, prima dei Carcass, utilizzato anche dalla band grindcore americana Brutal Truth nel disco 'Extreme Conditions Demand Extreme Responses' (a mali estremi, estremi rimedi)...
Passiamo all'artwork, che è un vero e proprio puzzle di interpretazioni più o meno varie. L'idea che ci siamo fatti noi, e che potrebbe essere non priva di errori dunque, è questa:
Un ambiente casalingo modesto, assolutamente generico, mostra una famiglia. I genitori siedono sul divano davanti ad una TV apparentemente spenta (o su un canale disturbato dal rumore bianco, il disegno non lo lascia intravedere con chiarezza). Al centro della stanza, in piedi su una poltrona, una bambina gioca con una marionetta con una mano e, con l’altra, manovra fili identici che servono invece a comandare il fratellino minore il quale, su un tappeto, piange e si dispera (probabilmente perché gli è impedito qualunque movimento volontario). In un angolo della stanza, lontano da tutto, il figlio maggiore è in castigo, testa china nella penombra. In alto, a regnare su tutto, una sorta di angelo-demone-cigno ma, non si capisce bene, è un’immagine composta da un collage di disegni e foto a comporre un viso gigantesco con ali nere. Queste ali nere, con un gioco di ombre e luci, vanno a riflettersi sull’angolo e fanno apparire il ragazzo in castigo come un cigno che vorrebbe spiegare le ali e volare via, ma non ci riesce. Forse la metafora in questa copertina vuole raccontare che i potenti del mondo (i genitori) si godono la vita o quella parvenza che è, distratti e concentrati sugli eventi esterni (la TV) e rimangono distratti dagli avvenimenti più importanti che accadono all’interno di ciò che dovrebbe essere la propria e giusta sfera di interesse, ossia il popolo e il Paese (in questo caso rappresentato dai figli e quello che combinano). Il disturbatore, il dissidente, il bastian contrario (il ragazzo in castigo) viene messo all’angolo in modo che non possa nuocere o deviare i piani, i progetti. Le ali rappresentano la libertà, o la voglia di raggiungerla. Nessuno della band ha mai raccontato il concetto che regna dietro la copertina ma, da un’analisi dei testi e un’attenta osservazione dell’artwork potrebbe portare ad un ragionamento verosimilmente vicino a quanto spiegato. Questa, per chi non lo avesse ancora notato in tutti questi anni (ventitré) è una vera chicca ed esprime al massimo il senso dello humor della band ma anche di potente denuncia contro i sistemi del capitalismo.
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