top of page

27 agosto 1969 - Jesse Pintado. Il papà del grindcore si chiama Gesù.

  • HeavypediA
  • 15 ott 2019
  • Tempo di lettura: 6 min
JESUS ERNESTO PINTADO ANDRADE
12/07/1969 - 27/8/2006
Rest In Grind

Tredici anni fa, il 27 agosto del 2006, in una clinica olandese nella città di Ridderkerk, veniva a mancare Jesse Pintado (ex Unknown Death, Brujeria, Lock Up, Napalm Death, Terrorizer) in seguito ad un coma diabetico dovuto a gravi complicazioni di un’insufficienza epatica legata a problemi di alcolismo.


Nato a Sonora, Messico, Jesse era un’istituzione del grindcore. Fu proprio lui ad utilizzare per primo la parola “grindcore” nel 1984, cercando di definire quel connubio musicale di “caos e rumore” suonato a velocità inaudite, di cui si accingeva a scoprire il fermento mediante un'intensa attività di corrispondenza nel circuito del tape trading internazionale.

Nel 1986 un giovanissimo losangelino di nome Oscar Garcia, resisteva al dominio del glam ascoltando incessantemente Slayer e Celtic Frost. Dopo aver registrato una sconcertante demo con una band di nome Majesty, assieme ai suoi amici Eric Castro e Carlos Reveles, Oscar si mise alla ricerca di musicisti per un gruppo più estremo in cui avrebbe fatto il frontman. Il primo a cui pensò fu un ragazzo di quindici anni che girava sempre nei paraggi indossando magliette degli Iron Maiden. Oscar chiese a quel ragazzo se sapesse suonare la chitarra e si vide rispondere con un secco “no”. Praticamente nessuno dei due sapeva suonare, ma appresero alla svelta imparando l’uno dall’altro e scelsero per la loro band il nome “Terrorizer”, rubandolo da una canzone dei Master, il gruppo di Paul Speckman leggenda dell’underground di Chicago. I neonati Terrorizer reclutarono come bassista un altro amico, Alfredo, fan sfegatato del baseball, tanto da essere soprannominato Garvey in onore del suo giocatore preferito, Steve Garvey. Dopo aver provato una giostra di batteristi, il gruppo optò per un altro giovane di Los Angeles, conosciuto semplicemente come Fish. Ma Fish non era un granché come batterista, e in pratica non riusciva ad andare più veloce di un tempo alla Slayer. La band trascorse l'anno successivo cercando di sistemare un proprio spazio per provare: dopo la casa dei genitori di Fish ed il garage di Garcia, i Terrorizer si spostarono nel garage di un amico in comune. Era la fine del 1986, e i gusti di Pintado e Garcia erano divenuti sempre più estremi dopo essersi immersi nell'underground internazionale del tape-trading. Jesse racconta: “La roba che veniva stampata in vinile non era così tetra come quei nastri che la gente si spediva per posta. Di gruppi come Death e Master all’epoca non si potevano trovare dischi, perché semplicemente non ne esistevano. C’erano solo flyer e demo. La curiosità di scoprire musica ancora più folle fu la nostra più grande influenza”. “Un giorno Jesse riuscì ad avere la demo dei Napalm Death che sarebbe diventata il lato A di Scum”, spiega Garcia. “Ricordo che mi disse: “Ascolta questa roba”. E quando l’ascoltai per la prima volta, lo richiamai e gli dissi: “Ecco qui: questa è la musica che voglio fare'. Avevo sentito altri gruppi che sulla carta erano i più veloci in circolazione, ma niente era comparabile ai Napalm Death”. La velocità dei Napalm non era tuttavia roba per Fish. Presto fu chiaro a tutti nei Terrorizer che l'impegno del loro batterista era, per usare un eufemismo, latente. “Ricordo che un pomeriggio stavamo aspettando che Fish venisse alle prove, e non si fece vedere perché se ne era andato in spiaggia”, ricorda Garcia. “Sapeva benissimo che era giorno di prove, ma ci diede buca. Quel giorno era in sala un nostro amico che ci disse di conoscere un batterista. Chiesi: “E’ abbastanza bravo?”. E lui: “Si, si, lo è”. Allora gli dicemmo: “Portalo qui”. Pensavamo naturalmente che lo avrebbe fatto qualcosa come una settimana dopo, invece una mezz’ora dopo eccolo rientrare in sala con Pete”. “Pete” era il giovane nativo di L.A. Pete Sandoval. Dopo una veloce presentazione, si sedette per la sua prima prova dietro la batteria di Fish, tenuta insieme da una massiccia quantità di nastro adesivo. “ll primo ritmo che suonò era velocissimo”, dice Garcia, “e quando lo ascoltammo, Jesse ed io ci guardammo negli occhi e guardammo di nuovo Pete, e gli dicemmo qualcosa come: “Ehi amico, vuoi far parte del gruppo?”. Lui disse: “Ma se ancora non mi avete visto suonare'. E noi: “Abbiamo ascoltato abbastanza”. Sandoval accettò immediatamente e si precipitò a casa. Mezz’ora dopo tornò con la sua batteria personale: il tempo di sistemarla, e i Terrorizer già viaggiavano a velocità massima. “Quando Pete iniziò a suonare le nostre vecchie canzoni con il suo stile di batteria”, spiega Garcia, “fu come se tutto andasse al suo posto”. Finalmente raggiunta una formazione stabile, nell”anno successivo la band registrò diverse demo suonate in sala prove: era il momento di procacciarsi dei concerti nella zona di Los Angeles. “Non suonavamo nei club di Los Angeles o in posti simili”, spiega Pintado. “Eravamo tipi da feste all’aperto nei cortili, ed abbiamo sempre rifiutato il sistema “pagare per suonare” in voga ad Hollywood. Di conseguenza, per noi fu impossibile trovare una vera e propria casa. I Terrorizer erano troppo veloci per i metallari e troppo poco hardcore per i punk. Se vedevano qualcuno con i capelli lunghi gli dicevano: 'Sparisci, cazzo'”. “Suonavamo assieme a gruppi metal, a gruppi hardcore... suonavamo con chiunque”, dice Garcia. “Ad un sacco di concerti non piacevamo proprio alla gente, ma continuavamo a farlo. Eravamo un caso unico in quell’ambiente, tutto qui”. Già un anno dopo, però, il gruppo suonava sia in sala prove che in giro con sempre minor frequenza. Quando Garvey, il bassista, rimase coinvolto negli scontri fra le gang di Los Angeles e condannato ad un periodo dietro le sbarre all’inizio del 1988, il gruppo si rivolse allora a Carlos Reveles, vecchio amico di Garcia, che rimpiazzò Garvey al basso. Ma, per Pintado, era chiaro che i Terrorizer stavano perdendo colpi. Nell’estate dell'88, Pintado ricevette una chiamata da David Vincent, un suo amico di penna della Carolina del Nord. In quel periodo i Morbid Angel, il gruppo di Vincent, stavano cercando un batterista in grado di reggere ritmi vertiginosi. Pintado ricorda quella conversazione. “David disse: “Cerchiamo qualcuno che sappia suonare veloce. Puoi darci il numero e l’indirizzo di Pete? Ed io dissi: “Ecco qua. Chiamalo pure”. “A quell’epoca pensavo fossimo pronti a realizzare un album”, dice Garcia. “Invece, di punto in bianco, un giorno alle prove Pete se ne esce dicendo che avrebbe lasciato il gruppo ed avrebbe traslocato in un altro stato. Per noi si trattò più o meno dell’epilogo Fu come se non avessimo mai avuto un’opportunità”. Bisognerà attendere un altro anno ed il fiorire della scena grind-death ad opera dell’etichetta Earache, per veder tornare a concretizzarsi la possibilità di incidere il seminale “World Downfall”. Digby Pearson fu molto astuto e pensò di capitalizzare il rinnovato interesse verso quei gruppi death metal e grindcore che non erano mai andati oltre la produzione di demotape. Per primi toccò proprio ai Terrorizer. La band si riunì con il cantante e fondatore del gruppo, Oscar Garcia, per registrare un vero e proprio LP nell'estate del 1989. Il frontman dei Morbid Angel, David Vincent, si sarebbe occupato del basso. “Per la verità i Terrorizer furono messi sotto contratto dalla Earache prima dei Morbid Angel stessi”, dice Vincent. “Una volta che Pete entrò nei Morbid Angel, i Terrorizer non ebbero mai la possibilità di registrare un disco. Quando mi trovavo in Inghilterra per consegnare a Digby il master della registrazione di Altars of Madness, gli parlai dei Terrorizer e gli dissi: “Ascolta, se sei ancora interessato, metti insieme un budget, e, cazzo, troverò un modo di far sì che accada”. “La Earache era interessata a noi, certo”, dice Pintado. “Ma non è che i soldi a disposizione fossero molti... perciò io e Oscar saltammo su un autobus ed arrivammo in Florida, dove tutti i ragazzi dei Morbid Angel vivevano assieme. Ci fermammo là da loro per qualche settimana di quell’estate e registrammo il disco. Alla fine fu Vincent a suonare il basso, dato che non avevamo neanche l’attrezzatura. L’intera registrazione e il missaggio del disco durarono tre giorni”.

Alla fine di quello stesso anno Bill Steer e Lee Dorrian lasciarono i Napalm al ritorno da un mini tour in Giappone con i S.O.B.. Fu in quella circostanza che un sempre irrequieto ed intraprendente Mick Harris, “The Human Tornado”, piazzò il colpaccio ed oltre a inserire nella band Barney Greenway alla voce, si fissò che i Napalm Death avessero bisogno di due chitarristi per ingigantire il loro sound. Il primo che scelse Mick fu il suo quasi omonimo Mitch Harris dei Righteous Pigs, mentre il secondo fu proprio Jesse Pintado. Il primo a partire per l’Inghilterra fu proprio Jesse Pintado e due settimane dopo era già sul palco assieme ai Napalm in quel mini tour nel 1989 con Carcass, Morbid Angel e Bolt Thrower che prese il nome di “Grindcrusher Tour”.



Comments


Please Note
Join our mailing list

Thanks for submitting!

© 2023 by I Made It!. Proudly created with wix.com

  • Black Facebook Icon
  • Black YouTube Icon
bottom of page